Origine: Italia.
Anno di esercizio: 1928 – 1999.
Tipo: locomotiva per treni merci e passeggeri.
Propulsione: elettrica a corrente continua, 3000 V.
Velocità massima: 95 Km/h.
Esemplari costruiti: 448.
Versioni prodotte: 3 serie + 1 serie prototipo.
La locomotiva e626 è stato il cavallo di battaglia per imparare il mestiere di macchinista.
Un particolare curioso è la possibilità di scegliere come guidare il treno: seduti su una ribaltina quadrata di legno con la posizione appollaiata, oppure chiudendo la ribaltina si poteva guidare il treno in piedi, posizione più adatta ai macchinisti di bassa statura.
Queste locomotive sono state da me utilizzate per effettuare principalmente treni merci nei primi anni 70. Alcune appartenevano al deposito locomotive di Trieste e venivano soprannominate “ronzoni”.

Locomotive e626 accantonate nel D.L. Milano Smistamento (foto A. Brasca)

Visuale dal vetro della cabina di manovra della e626 (foto F. Pinton)

Locomotiva e626 al traino di un treno merci per trasporto auto (Autore ignoto)

Foto tratta dalla locandina della sala convegni del CIFI di Milano Porta Garibaldi (foto B. Fiorilla, anno 2014)

Locomotiva e626-001, in una immagine tratta da un manifesto pubblicitario delle officine di Savigliano in occasione della consegna alle FS delle E626-001:003 (foto tratta dal libro “Dall’E626 all’Eurostar”, Giovanni Cornolò, ed. 2008)
La protuberanza che sormonta l’avancorpo posteriore, in primo piano, avrebbe dovuto celare la caldaia per il riscaldamento a vapore delle vetture, anche se poi si rinunciò alla sua installazione. Questa locomotiva segnò una svolta storica: l’esordio del sistema di alimentazione a corrente continua, tuttora in uso, che portò al rapido abbandono della trazione a vapore.