Commento al sito di Guido Magenta

Guido Magenta è Ingegnere del CIFI sezione Milano

Il patrimonio della conoscenza umana, in tutti i campi, si è, da sempre, formato con le ricerche e le esperienze di ogni uomo, che partendo dai risultati di chi lo ha preceduto, ha dato il suo contributo, grande o piccolo che sia.

La conoscenza, per essere trasmessa, si avvale dei mezzi di comunicazione via via aggiornati nel corso dei millenni, dalle iscrizioni su pietra fino ai mezzi di comunicazione di massa dei nostri giorni.

Ma gli strumenti non bastano, come non sono bastati nei millenni: ci vogliono chi li sa e li vuole usare, a patto che abbia qualcosa da dire e da proporre ai suoi contemporanei e a chi verrà dopo.

Senza con questo voler fare un discorso troppo serio, posso dire che sono questi i pensieri che sempre mi vengono se leggo un libro, visito un sito archeologico, consulto un sito elettronico, ascolto un concerto, visito un museo, frequento un teatro: in altre parole ogni volta che recepisco e assorbo un messaggio culturale, da qualsiasi parte o da qualsiasi persona mi venga proposto.

Cerco poi di capire cosa mi vuol dire, o più profondamente trasmettere, l’autore che ha scritto o composto l’oggetto culturale con cui mi relaziono.
E qui le mie reazioni sono le più varie, dal rifiuto al profondo interesse, dalla momentanea attenzione allo stimolo ad approfondire, dal subitaneo oblio all’assorbimento contenuti per il mio progresso culturale. Aprendo il sito di Bartolomeo Fiorilla oscillo tra questi estremi: se cerco un numero, lo leggo e, se non me lo appunto, lo dimentico, se cerco un argomento (ad esempio la storia di una stazione di Milano) lo trovo e lo assimilo, ricevendo le basi da cui procedere per approfondire il tema nel sito stesso o altrove.

Questo per dire che il sito è molto vario e quasi sempre ha una risposta a chi lo interroga.

Ritorno alle prime righe del mio scritto: Fiorilla non solo ha raccolto una vastissima serie di dati tecnici e storici, ma ne ha fatto un insieme coerente legando il tutto alla sua esperienza di ferroviere e, aggiungo, di ferroviere appassionato.

E’ proprio l’esperienza il patrimonio di storia e di cultura che vale la pena di proporre al lettore: la conoscenza dei dati e dei numeri non ha valore se non è stata vissuta e poi riproposta nel suo profondo contesto culturale.  

Aggiungo che i numeri si possono trovare ovunque, l’esperienza e la passione sono al contrario molto rare, uniche se vengono raccontate da chi le ha vissute e si propone di condividerle con chi le sa appezzare.

E’ questo il caso Fiorilla e del suo sito.