Commento al sito di Angelo Migliore

Angelo Migliore è un ex commissario di Polizia della Squadra Mobile di Catania.

Confesso di aver nutrito qualche perplessità nell’assecondare la richiesta di Bartolomeo Fiorilla a scrivere una prefazione al suo lavoro. I miei brevissimi trascorsi professionali in Ferrovia, per di più nel settore amministrativo, nonché la mia estrazione familiare da ferrovieri di ogni sorta non mi avrebbero consentito di esprimere un qualificato – dunque valido – giudizio sulla pubblicazione che mi chiedeva di attenzionare.

Mi sbagliavo, perché questo lavoro che ora mi accingo a prefazionare riesce a stimolare tante di quelle sensazioni e di profondi sentimenti che chiunque, pur ottenebrato da più o meno validi e giustificabili pregiudizi sul tema trattato, sarebbe comunque in grado di fornire volentieri un personale, tanto spontaneo quanto incontrovertibile giudizio.

L’Autore, di cui non potrà sfuggire la ineccepibile competenza professionale, insita nel tema trattato, ha saputo compendiare perfettamente le sue conoscenze. Intanto con quei dati tecnici necessari a una buona comprensione anche per gli sprovveduti in materia; poi con notazioni storiche di ampia valenza informativa; buon ultimo, con riferimenti di carattere personale-familiare, tali da ispirare note sentimentali di autentico romanticismo.

Vi traspare in primo piano, con percezione macroscopica, quell’elemento essenziale della nostra esistenza presente nel genere umano fin dalle sue origini: il rapporto uomo-lavoro, nella misura in cui Bartolomeo Fiorilla dimostra, con autentica naturalezza, quale possa essere stato il suo senso del dovere, in una professione di grande valenza sociale qual è quella di un ferroviere del settore operativo, che implica così elevate responsabilità nel farsi carico della incolumità di centinaia di persone, da non ammettere alcuna superficialità e approssimazione nello svolgimento delle proprie mansioni. Una dote che certamente non a tutti appartiene.

La complessa e meticolosa ricerca sul piano storico da lui effettuata consente inoltre di acquisire un vero e proprio patrimonio di conoscenze di portata enciclopedica, conoscenze ai più non note, che non può non suscitare totale appagamento nella tonificazione culturale. Che dire dell’inserto sul tristemente noto “Binario 21” della stazione di Milano Centrale? Il sito forse più importante del territorio nazionale destinato alla partenza senza ritorno dei deportati nel campo di sterminio di Aushwitz-Birkenau. Non poteva sfuggire alla sensibilità dell’Autore tale notazione.

Infine i riferimenti sul piano personale-familiare. Potremmo dire, con una banale metafora, che Bartolomeo è proprio nato “tra i binari”. Ha respirato il fumo della locomotiva a vapore, si è abituato a prender sonno o a svegliarsi col fischio del treno, ha imparato a distinguere il treno dal suo sferragliare sui binari. Una nota profondamente romantica, condita da antiche foto ingiallite dal tempo – ma per questo più pregnanti – che non poteva mancare nella sua esposizione, se è vero come vero è che il nostro Autore è persona di elevato lignaggio morale.

Grazie Bart! – mi sia consentito l’affettuoso nomignolo – per averci consegnato il tuo encomiabile ed eccezionale lavoro.

Angelo Migliore